Consideriamo la differenza di due tipi di uomini.
L’uomo carnale pensa fisicamente alle cose del mondo e agisce per il bene del suo corpo, tanto che perfino calpesterebbe il prossimo, se occorresse far prevalere il suo diritto. “Infatti quelli che sono secondo la carne, pensano alle cose della carne” (Rom.8:5).
Chi vive per la carne, ha il pensiero assorbito dalle cose mondane, concentrandosi solo su queste. Di solito, non riconosce di avere uno spirito, né un’anima, perché lui vede solo il suo corpo e vive per quello, soddisfacendo ogni desiderio, esaltando così il suo io.
“Invece quelli che sono secondo lo Spirito, pensano alle cose dello Spirito” (Rom.8:5). Infatti, l’uomo che vive per lo Spirito, è una persona spirituale. Si sveglia la mattina già con il pensiero di inginocchiarsi e ringraziare Dio, perché i suoi occhi hanno avuto la possibilità di vedere un altro giorno. Si raccomanda a Dio per la giornata che sta per iniziare, continuando ad affidarsi a Dio per tutte le cose che fa e lodandolo “…sette volte al giorno per i suoi giusti decreti” (Sal.119.164).
Lo spirituale agisce per il bene della sua anima, chiedendo a Dio forza, sapienza e conoscenza della sua Parola per applicarla, mettendola in pratica. Egli non cerca alcuna cosa per il bene del suo corpo, perché conosce che Dio gli darà tutto ciò che ha bisogno, ma cerca l’aiuto divino per affrontare qualsiasi problema, con la sicurezza che Dio difende la sua causa e ha sempre pronta la soluzione giusta.
Chi vive per Cristo, ama tutti profondamente, perché sa che è stato Dio ad amarlo per prima (1Gv.4:10). Egli ha continuamente davanti ai suoi occhi il premio, che gli è stato promesso (la vita eterna nella gloria di Dio). Chi ama Dio, preferisce trascorrere il suo tempo libero, leggendo e meditando le Scritture, dando agli altri gratuitamente ciò che lui ha ricevuto gratis (Mt.10:8). Egli rinuncia a sedersi davanti alla televisione, guardando spettacoli teatrali, film e simili, perché sa di certo che essi sono finzione e falsità e che i bugiardi non entreranno nel regno di Dio. Inoltre eviterà ogni cosa che lo possa allontanare da Cristo Gesù, il suo Signore.
Il servitore di Dio rinuncia a vivere solo per il corpo e dà preminenza al suo spirito e importanza alla sua anima, scegliendo di condurre una vita santa, che non avrà mai fine, nella gloria del suo Salvatore Gesù.
Occorre precisare che quando Dio formò l’uomo, soffiò nelle sue narici la vita, che è lo spirito ed egli divenne un’anima vivente (Gen.2:7), perciò ogni essere umano, che viene al mondo, oltre al corpo ha pure un’anima immortale e uno spirito. Alla morte, il corpo ritornerà ad essere polvere della terra (Gen.2:19), da cui è stato tratto, mentre lo spirito ritorna a Dio, che l’ha dato (Ecl.12:9; Giob.34:14; 33:4).
La nostra anima è eterna, il profeta Isaia la identifica come un verme che non muore mai (Is.66:24). Per tutti i santi, che entreranno nel regno di Dio e di Cristo, l’anima sarà rivestirà da un corpo immortale, alla risurrezione dei morti, simile a quello di Gesù (Rom.6:5), perché: “…ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Gv.5:24).
Gesù è il primogenito dei morti (Ap.1:5); Egli è stato il primo che è risorto dai morti (At.26:23; 1Cor.15:20) e noi, similmente con la stessa potenza, risorgeremo a vita eterna (1Cor.6:14) per stare sempre con Lui. Quando rapirà la sua Chiesa, Gesù si fermerà sulle nuvole e chiamerà con un potente comando, con voce di arcangelo, tutti i fedeli o sposa ed essa risusciterà per prima: “Poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore” (1Tes.4:17).
Se non sentiamo la chiamata del Signore e la tromba di Dio suonare, noi rimarremo qui sulla terra per subire l’intera ira di Dio, che inizierà con le piaghe dei sigilli e, se restiamo ancora in vita, attraverseremo la grande tribolazione, subendo le tremende piaghe delle coppe. Alla fine dei mille anni risorgeremo per essere giudicati da Dio e subiremo la condanna alla morte eterna, lontani da Dio e destinati nella geenna del fuoco inestinguibile,” dove il verme loro non muore e il fuoco non si spegne” (Mrc.9:48; Ap.20:15).
Oggi sei ancora in tempo di rinunciare al mondo e seguire Cristo, che ti dice: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap.3:20).
Come esorta l’apostolo Paolo, non perderti d’animo se il corpo esteriore va in rovina, perché la certezza è che l’uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. Sappi che ogni afflizione è leggera e per poco tempo, ma essa produce un grande e smisurato peso eterno di gloria (2Cor.4:16,17), “Poiché l’ira sua è solo per un momento, ma la sua benevolenza è per tutta una vita. La sera ci accompagna il pianto; ma la mattina viene la gioia” (Sal.30:5). Tutti insieme chiediamo: “Signore, ascolta la mia preghiera e giunga fino a te il mio grido!” (Sal.102:1).