“Il giorno del Signore è fatto di tenebre” (Ap.6:12-13).
“Spaventoso e terribile sarà il giorno del Signore” (Gioe.2:11). La profezia afferma: “Guai a voi, che desiderate il giorno del Signore! perché desiderate così il giorno del Signore? esso sarà giorno di tenebre, e non di luce” (Amos 5:18), “Giorno d’ira quel giorno, giorno di angoscia e di afflizione, giorno di rovina e di sterminio, giorno di tenebre e di caligine, giorno di nubi e di oscurità” (Sof.1:15).
La Parola profetica indica due momenti inconfondibili come giorno del Signore, ma sono nettamente distinti, perché entrambi sono separati dal periodo della grande tribolazione (1260 giorni del regno satanico).
Il primo “giorno del Signore”, in ordine cronologico, si riferisce al rapimento della Chiesa, mentre il successivo è riferito al giorno dell’ira del Dio Onnipotente, alla battaglia di Armagheddon, quando Gesù apparirà nel cielo e tutte le tribù d’Israele lo vedranno, compreso Giuda, cioè coloro che lo trafissero. In quel giorno Gesù giudicherà tutti gli empi delle nazioni. Il residuo, scelto per vivere (Is.4:3) e preso da tutte le tribù d’Israele, farà cordoglio per Gesù: uomini con uomini, donne con donne (Zac.12:10-12), perché vedranno Gesù, riconoscendoLo come Figlio di Dio, che i loro padri uccisero appendendolo al legno (At.5:30). Il profeta rivela che “…se gli si dirà: -Perché quelle piaghe in mezzo alle tue mani?-, egli risponderà: -Queste le ho ricevute in casa dei miei amici-” (Zac.13:6; Gv.1:11).
Per quanto riguarda il primo ed unico appuntamento importante della sposa di Cristo, è diretta un’esortazione a tutti i santi eletti: di perseverare, con l’aiuto del Signore, nella fede fino alla fine del tempo della Grazia, “mentre aspettate la manifestazione del Signor… che vi confermerà fino alla fine… affinché siate irreprensibili nel giorno del nostro Signore, Gesù Cristo” (1Cor.1:7,8), quando comparirà Gesù nelle nuvole per prendere la sua Chiesa o sposa (rapimento), che si è preparata (1Tes.4:15-17) per il “…giorno della redenzione” (Ef.4:30).
Altro richiamo evidente a questo glorioso evento è mostrato nel seguente passo biblico con chiari particolari e con riferimenti temporali precisi, che fanno capire la sequenza e distinguere i due momenti: “Or vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signor nostro Gesù Cristo e al nostro adunamento (rapimento della Chiesa) con lui… che il giorno di Cristo sia imminente. Nessuno vi inganni in alcuna maniera, perché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia (rinnegamento della fede, non riconoscere Gesù come Figlio di Dio) e non sia manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’avversario… mettendo in mostra se stesso e proclamando di essere Dio… e ora sapete ciò che lo ritiene, affinché sia manifestato a suo tempo. Il mistero dell’empietà infatti è già all’opera, aspettando soltanto che chi lo ritiene al presente sia tolto di mezzo (lo Spirito Santo con la Chiesa). Allora sarà manifestato quell’iniquo, che il Signore distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà (nella guerra di Armagheddon) all’apparizione della sua venuta” (2Tes.2:1-9).
Considerate spiritualmente ciò che è scritto: questo giorno terribile, che dovrà venire, non è il rapimento della Chiesa, ma il giorno dell’ira di Dio, quando tutti i popoli delle nazioni del mondo, sedotti dalla bestia (l’uomo iniquo o figlio della perdizione, Ap.13:1:10), moriranno. Le profezie confermano che Gesù lo annienterà con il soffio della Sua bocca, infatti:” Colpirà il paese con la verga della sua bocca e col soffio delle sue labbra farà morire l’empio” (Is.11:4; 30:28). Moriranno tutti di spada, i sedotti e i seduttori, perché alla parola di Gesù su tutti i partecipanti cadrà uno spirito di confusione, che li farà sviare ed essi si uccideranno l’un l’altro con la loro spada (vedi Zac.14:13; Ez.38:21; Agg.2:22).
Il radunamento della sposa è contraddistinto nettamente dal giorno dell’ira di Dio, perché quando il nostro Signor, Gesù Cristo, uscirà sulle nuvole per rapire la Sua Chiesa, lo vedranno solo quelli che sentiranno il suono della tromba di Dio e il comando forte con voce di arcangelo; allora Gesù raccoglierà tutti i fedeli, sia quelli che sono già morti, sia quelli che saranno in vita in quel momento. Infatti, l’apostolo Paolo profetizza che: “Ora, fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate contristati come gli altri che non hanno speranza… Ora vi diciamo questo per parola del Signore… perché il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo, con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo rapiti assieme nelle nuvole, per incontrare il Signore nell’aria; così saremo sempre col Signore” (1Tes.4:13-17).
L’apostolo continua e descrive anche il giorno dell’ira di Dio indicando: “Ora, quanto ai tempi e alle stagioni, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva, perché voi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte… Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così quel giorno vi sorprenda come un ladro… perciò non dormiamo come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri… poiché Dio non ci ha destinati all’ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo” (1Tes.5:1,2,4,6,9).
In sintesi, nel giorno dell’ira di Dio, Gesù verrà come un ladro di notte, all’improvviso e, quelli che non si sono preparati, ma sono stati tiepidi (non hanno riempito la loro lampada di olio), rimarranno sorpresi e non avranno più tempo, perché Gesù avrà già tolto la sua sposa ed avrà chiuso la porta, raffigurata dalle cinque vergini avvedute (Mt.25:10). Quelli che saranno rimasti fuori, i respinti, perché non pronti, passeranno la grande tribolazione e, alla fine, si uniranno a tutti gli eserciti schierati per la battaglia in Armagheddon.
Gesù, insieme con la sua sposa (eserciti, Ap.19:14), non appariranno nelle nuvole, ma nel cielo: “Perché come il lampo che, guizzando da una estremità all’altra del cielo, illumina ogni cosa, così sarà anche il Figlio dell’uomo nel suo giorno” (Lc.17:24). Tutti allora lo vedranno all’improvviso, compreso quelli che lo hanno rinnegato. Gesù porterà nei cieli la sua Chiesa, rapendola sulle nuvole e lascerà tutti quelli che si sono fatti trovare addormentati (nello spirito), facendosi dominare dall’orgoglio del loro cuore.
Dopo che la Chiesa sarà portata via dalla terra, quelli, quindi, che oggi si ritengono cristiani e non lo sono, resteranno esclusi e busseranno alla porta già chiusa ed essi grideranno di amarezza, perché apra per farli entrare, giustificandosi: “Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti?” Gesù risponderà loro: -Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità-” (Mt.7:22,23).
La Chiesa viene presa da Gesù e portata al sicuro nei cieli, mentre lo Spirito Santo resterà ancora per un brevissimo tempo, tra l’apertura del primo sigillo e quella del secondo sigillo. In questo intervallo, lo Spirito convincerà del peccato (Gv.16:8) quelli che non hanno creduto in Gesù e non si sono ravveduti. Alla fine, gli empi e gli increduli saranno sottoposti alla giustizia e al giudizio finale, quando Gesù il “Fedele e Veritiero” giudicherà e combatterà con giustizia (Ap.19:11).
Ora è il tempo di credere e di ravvedersi da ogni iniquità “…Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori” (Ebr.4:7). Gesù ritornò dal Padre, inviando il Suo Spirito, che ancora può convincere a ravvedersi e ad arrendersi a Cristo, per non trovarsi alla fine ad essere condannati a morte, insieme a Satana, il grande seduttore che, dopo la grande guerra, sarà legato e gettato nell’abisso per mille anni (Ap.20:1-2), mentre i sedotti aspetteranno nello Sceol o fossa il trascorrere dei mille anni (Ap.20:5) per essere poi giudicati da Dio e gettati nello stagno di fuoco, che arde con zolfo (Ap.21:15).
Alla fine dei sette anni, dopo la grande tribolazione (regno satanico), Gesù apparirà nel cielo sopra un cavallo bianco (segno di vittoria) visibile a tutti gli eserciti schierati contro Gesù e la sua sposa. La Chiesa (il suo esercito) sarà vestita con vesti di lino fino, bianco e risplendente e seguirà Gesù nel cielo su dei cavalli bianchi (Ap.19:14).
Nello stesso tempo, tutti quelli che hanno rinnegato Gesù si troveranno confusi e, perduta ogni speranza di vita, saranno uccisi da Gesù, che ha nella sua bocca la spada a doppio taglio; la spada, cioè la Parola di Dio, ha: un taglio per la salvezza (Grazia), che sarà scaduta, passata, mentre l’altro taglio sarà per la vendetta (l’ira di Dio) nella guerra, dove “Il giusto si rallegrerà nel vedere la vendetta; si laverà i piedi nel sangue dell’empio” (Sal.58:10; Is.59:17; Ger.46:10).
Negli ultimi sette anni, l’ira di Dio si abbatterà su tutti i disubbidienti e sarà terribile, perché subiranno tutte le piaghe apocalittiche. Sette anni di grandi disastri: prima i sigilli per tutti i popoli gentili, poi le trombe per Israele e i regni vicini. Seguiranno negli ultimi tre anni e mezzo le piaghe delle coppe versate dagli angeli addetti:” Uno dei quattro esseri viventi diede ai sette angeli sette coppe d’oro, piene dell’ira di Dio, che vive nei secoli dei secoli” (Ap.15:7). Queste piaghe colpiranno la terra durante la grande tribolazione, quando dominerà in modo assoluto il regno satanico, rappresentato dal figlio della perdizione, l’avversario, che sarà la bestia, proveniente dal mare (Ap.13:1-10), cioè dai popoli e nazioni (Ap.17:15). Alla fine, il residuo delle tribù di Israele, scelto per vivere (Is.4:3), vedrà Gesù apparire nel cielo, insieme alla sua Chiesa, per far giustizia di tutti gli empi e degli increduli e per dare inizio al Suo regno millenario. Il giorno della grande guerra è di vendetta contro tutti quelli che hanno perseguitato Israele (Gioele 3) e che hanno pure rifiutato la Grazia di Gesù Cristo. In un solo giorno Dio annienterà ogni empio, Gesù sarà loro giudice (Ap.19:11), perché li giudicherà con la Parola di Dio, che è la spada a due tagli, che Gesù tiene nella Sua bocca. Dopo la morte degli empi, Dio consumerà cieli e terra col fuoco (Ap.6:14; 2Pt.3:12), e seguirà la creazione di nuovi cieli e nuova terra in cui abiti la giustizia (Is.65:17; 66:22; 2Ptr.3:13; Ap.21:1).
Tutti questi avvenimenti si compiranno in un unico giorno, che solo Dio conosce (Mt 24:36), “In quel giorno, non vi sarà né luce né freddo, né gelo: sarà un unico giorno, il Signore lo conosce; non ci sarà né giorno né notte; verso sera risplenderà la luce” (Zac.14:6,7).
In molte profezie, riguardanti il giorno dell’ira di Dio, che è riferito alla guerra di Armagheddon, è solo riportato come il giorno del Signore, dell’Eterno o di vendetta, dell’ira di Dio (Mich.5:15; Is.13:6-9), “Ecco, il giorno dell’Eterno viene: giorno crudele, d’indignazione e d’ira ardente, per fare della terra un deserto e sterminare da essa i peccatori”. È questo il giorno dello sterminio degli empi nella grande guerra, che si terrà nella Valle di Giosafat (Gioele 1:15; 2:11-14-31; 3:12).
Durante l’apertura dei sigilli e il suono delle trombe, ovvero nei primi tre anni e mezzo, esploderà una guerra, dove alcune nazioni del nord, rispetto a Gerusalemme, guidate da un capo, presidente o re, andranno contro il Sud (Dan.11:13-20), ossia contro i popoli mussulmani ed Ebrei: “Allora il re del nord verrà, innalzerà un terrapieno e si impadronirà di una città fortificata (Gerusalemme). Le forze del sud non potranno resistergli; neppure le truppe scelte avranno la forza di resistere” (Dan.11:15). Questo presidente precederà di poco la venuta dell’empio, che è la bestia (regno satanico, Ap.13).
Il condottiero del nord avrà la devastazione in suo potere, perciò nessuno gli potrà resistere e, alla fine, egli farà un patto di pace con molti, ma esso sarà annullato dalla venuta dell’empio, l’uomo spregevole (Dan.11:21), che riceverà da Satana regno, potere e grande autorità (Ap.13:2) per dominare soltanto 1260 giorni, tre anni e mezzo.
Le settanta settimane rivelate dall’angelo al profeta Daniele (Dan.9:24) sono tutte per il popolo Israelita. Tra poco inizierà l’ultima settimana e così si compiranno tutte le profezie e visioni. Quando il periodo delle settanta settimane si concluderà, inizierà allora il millennio di pace e sicurezza per Israele. Infatti, un residuo preso da tutte le tribù d’Israele sarà salvato negli ultimi sette anni (una settimana) e vivrà nella nuova Gerusalemme del millennio, come annunciato in molte profezie (Dan.12:1; 11:32-35; Is.4:3; 46:17; Gioe.2:32), mentre un altro residuo di santi del popolo Ebreo sarà dato nelle mani di Satana, che li ucciderà (Ap.13:7) per essere purificati e imbiancati (Dan.11:35).
Per i gentili, il periodo della Grazia terminerà con la chiusura del tempo dell’ultima chiesa di Laodicea. La legge terminò al tempo di Giovanni Battista: “Poiché tutti i profeti e la legge hanno profetizzato fino a Giovanni” (Mt.11:12), perché Gesù aprì il periodo della Grazia che durerà per tutto il tempo delle sette chiese da Efeso a Laodicea (Ap.2-3).
Apertura dei sigilli.
Gesù chiuderà il periodo della Grazia ed aprirà i sette sigilli uno per volta, all’inizio dei primi tre anni e mezzo, degli ultimi sette anni. Gesù è “… colui che ha la chiave di Davide, che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre” (Ap.3:7). Gesù ha aperto il periodo della Grazia ed è Gesù che lo chiuderà. Sappiamo che nessuno tranne Gesù fu trovato degno di aprire i sigilli del libro scritto di dentro e di fuori (Ap.5:1), perché Egli ha dato la sua vita per tutti quelli che hanno creduto in Lui: “Allora uno degli anziani mi disse: -Non piangere; ecco, il Leone della tribù di Giuda, la Radice di Davide, ha vinto per aprire il libro e sciogliere i suoi sette sigilli-… perché sei stato immolato, e col tuo sangue ci hai comprati a Dio da ogni tribù, lingua, popolo e nazione” (Ap.5:5-9). Gesù è “…Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro” (Ap.2:1); è “…il Primo e l’ultimo, che era morto ed è tornato alla vita” (Ap.2:8); è “…Colui che ha la spada affilata a due tagli” (Ap.2:12); Gesù è “…il Figlio di Dio, Colui che ha gli occhi fiammeggianti come fuoco e i piedi simili a bronzo splendente” (Ap.2:18); “…ha i sette spiriti di Dio, e le sette stelle” (Ap.3:1); è “…il Santo, il Verace, che ha la chiave di Davide, che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre” (Ap.3:7) ed è “…l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio” (Ap.3:14). Tutto questo è Gesù al quale Dio, Suo Padre, ha sottoposto ogni cosa (Ebr.2:5-8). Per lo Spirito di Dio, Isaia profetizzò quello che era stato preparato per Gesù: “Metterò sulla sua spalla la chiave della casa di Davide; così egli aprirà e nessuno potrà chiudere, chiuderà e nessuno potrà aprire” (Is.22:22).
Gesù quindi chiuderà il periodo della Grazia ed aprirà i sette sigilli, collegati alle sette chiese o periodi (Ap.1:20). Gesù è il Vincitore, ha vinto per aprire e per sciogliere i sette sigilli e, quando aprirà il primo, uscirà vittorioso: “…perché ha versato la sua vita fino a morire ed è stato annoverato fra i malfattori; egli ha portato il peccato di molti e ha interceduto per i trasgressori” (Is.53:12; Mrc.4:24; 5:9). Quando Gesù aprirà il primo sigillo, raccoglierà a sé la Sua Chiesa (sposa) e questo grandissimo evento è chiamato giorno del nostro Signore Gesù Cristo.
I sigilli saranno aperti tutti da Gesù, quindi la Chiesa è raccolta nel cielo da Gesù e non dai Suoi angeli (1Tes.4:17).
All’apertura quindi del primo sigillo, Gesù stesso uscirà su un cavallo bianco “E colui che lo cavalcava aveva un arco e gli fu data una corona, ed egli uscì fuori come vincitore e per vincere” (Ap.6:2; 1Tes.4:17). Gesù è quindi il Vincitore, perché ha vinto sul nemico, il principe di questo mondo (Gv.16:11); ha vinto sulla morte, essendo risuscitato il terzo giorno, dato che era impossibile che fosse trattenuto dalla morte (Atti 2:24) e sul mondo (Gv.16:33), come confermato: “…ho vinto e mi sono posto a sedere col Padre mio sul suo trono” (Ap.3:21). La profezia annuncia che Gesù uscirà come vincitore per la Sua sposa e per vincere ancora alla fine dei sette anni nella guerra di Armagheddon (Ap.16:16) o Giosafat (Gioele 3), quando Gesù apparirà dal cielo: “…in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono all’evangelo del Signor nostro Gesù Cristo” (2Tes.1:8).
Gesù scenderà dal cielo e con la tromba di Dio, con voce d’arcangelo e con un potente comando, risorgeranno tutti quelli che sono morti in Cristo e poi i fedeli viventi saranno con loro rapiti nelle nuvole (1Tes.4:16,17).
All’apertura del secondo sigillo, la pace sarà tolta dalla terra, cioè lo Spirito Santo sarà ritirato nei cieli (Ap.6:1-4), “Il mistero dell’empietà infatti è già all’opera, aspettando soltanto che chi lo ritiene al presente sia tolto di mezzo” (2Tes.2:7). La pace sulla terra terminerà, per cui gli uomini si uccideranno l’un l’altro.
Quando aprirà il terzo sigillo, una grande carestia si abbatterà nel mondo, tranne che per l’olio e il vino. Questa carenza è individuata dal cavallo nero e dal suo cavaliere che porta in mano una bilancia, perché il cibo sarà tutto misurato.
Sciolto il quarto sigillo, gli abitanti della quarta parte della terra saranno uccisi con la spada, con la fame e con la morte mediante le fiere della terra. Sarà terribile, perché la morte, rappresentata dal cavallo di colore giallastro, distruggerà e ammazzerà e sarà seguita dall’Ades.
Al quinto sigillo, fu mostrato al profeta e apostolo Giovanni tutte le anime dei martiri che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza resa. Questi martiri sono appartenenti a tutte le nazioni di ogni lingua, partendo dal giusto Abele, fino al profeta Zaccaria (Mt.23:35). A loro si aggiungeranno dopo, i martiri Ebrei della grande tribolazione (Ap.6:9-11). Tutti insieme risusciteranno nella prima resurrezione (Ap.20:5,6) per stare con Cristo mille anni.
Tutti questi sigilli saranno aperti da Gesù nei primi tre anni e mezzo dell’ultima settimana delle settanta descritte dall’angelo al profeta Daniele, date per Israele (Dan.9:24).
Il sesto sigillo invece Gesù lo aprirà al termine dei sette anni, quando apparirà nuovamente nel cielo per vincere (2Tes.1:7; Ap.19:11-21), seguito dalla sua Chiesa, gli angeli della Sua potenza o il Suo esercito (Ap.19:14; Sal.149:5-9) per far vendetta di tutte le nazioni del mondo, perché non hanno creduto alla Sua testimonianza. Egli guerreggerà e giudicherà con giustizia. Inoltre “Quando l’Agnello aprì il sesto sigillo, vidi che vi fu un violento terremoto. Il sole divenne nero come sacco di crine, la luna diventò tutta simile al sangue” (Ap.6:12).
Questo è il giorno unico che solo Dio conosce (Mt 24:36) in cui Gesù apparirà nel cielo come un ladro, inatteso: “Ora il giorno del Signore verrà come un ladro di notte; in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi si dissolveranno consumati dal calore e la terra e le opere che sono in essa saranno arse” (2Ptr.3:10). In questo ultimo giorno che: “Sarà un giorno unico, che è conosciuto dall’Eterno; non sarà né giorno né notte, ma verso sera vi sarà luce” (Zac.14:7).
Riepilogando, avverrà tutto in un solo giorno e accadrà:
1°) morte degli empi, indicato in similitudine come vendemmia, dove tutti saranno uccisi dalla spada, al soffio o comando di Gesù (Zac.14:13; Ez.38:21: Agg.2:22).
2°) distruzione col fuoco dei cieli e della terra attuali. Allora il sole, la luna e le stelle del cielo cadranno e il cielo si ritirerà come una pergamena. (Ap.6:12-14; Zac.14:6 Sal.102:26), “Poiché le stelle del cielo e le loro costellazioni non faranno più brillare la loro luce; il sole si oscurerà al suo sorgere e la luna non diffonderà più la sua luce” (Is.13:10; Ap.6:12). Dio allora toglierà la maledizione che pose sulla terra per il peccato di Adamo (Gen.3:17) e subito ricreerà nuovi cieli e nuova terra (Is.65:17; 66:22; 2Ptr.3:13).
3°) avverrà quindi la prima risurrezione, in cui risorgeranno tutti i martiri, partendo dal giusto Abele appartenenti a tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue (Ap.7:9) fino al profeta Zaccaria, ultimo martire del periodo della Legge, e saranno compresi anche quelli della grande tribolazione, negli ultimi tre anni e mezzo dell’empio sulla terra (Ap.7:14; 20:4-5; Lc.11:51).
4°) inizierà il millennio di pace e sicurezza per Israele (Is.32:17; 4:2-5) e tutti i regni del mondo passeranno nelle mani di Dio e di Gesù Cristo; allora tutti gli empi, nemici di Gesù, saranno posti come sgabello dei suoi piedi (Sal.110:1; Mrc.12:36; Ebr.10:13), “… I regni del mondo sono divenuti il regno del Signor nostro e del suo Cristo, ed egli regnerà nei secoli dei secoli” (Ap.11:15). Gesù sarà in eterno il Re d’Israele, il Signore dei signori e il Re dei re (Ap.17:14; 19:16; Gv.1:49; 12:13).
È profetizzato che nel gran giorno dell’ira di Dio, Gesù giudicherà e combatterà con giustizia (Ap.19:11-21): “Il tino l’ho pigiato da solo e dei popoli nessuno è stato con me. Li ho pigiati nella mia ira e li ho calpestati nel mio furore. Il loro sangue è spruzzato sulle mie vesti e ho macchiato tutti i miei abiti” (Is.63:3), “…avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è Verbo di Dio” (Ap.19:13). Il sangue sulla veste di Gesù indica il gran massacro dell’uccisione di tutti gli empi. Tutto questo accadrà nella valle di Giosafat (Gioele 3:12; Ap.16:16), nel gran giorno dell’ira di Dio, “…perché è venuto il gran giorno della sua ira; e chi può resistere?” (Ap.6:17).
Gesù, con la sua Chiesa, apparirà quindi nel cielo e, al suo comando, avverrà la vendemmia (Ap 14:18), che, in similitudine, raffigura l’uccisione di tutti gli empi, che hanno seguito Satana e le sue menzogne. Negli ultimi sette anni, l’ira di Dio si riverserà su tutti gli abitanti del mondo intero, perché Satana sarà gettato sulla terra insieme ai suoi angeli, allora saranno “Guai a voi, o terra (Israele), o mare! (Nazioni, popoli e lingue, Ap.17:15) Perché il diavolo è sceso verso di voi con gran furore, sapendo di aver poco tempo” (Ap.12:12).
Dio ha concesso a Satana un breve tempo per devastare e distruggere il mondo, solo 1260 giorni (circa tre anni e mezzo), poi, terminato il suo regno, sedurrà tutti i grandi del mondo convincendoli ad andare a combattere contro Israele (Ap.16:16), ma non sapranno che combatteranno invece contro Gesù, insieme alla Sua sposa, gli eletti e fedeli, “Essi combatteranno contro l’Agnello e l’Agnello li vincerà, perché egli è il Signore dei signori e il Re dei re; e coloro che sono con lui sono chiamati, eletti e fedeli” (Ap.17:14).
Al termine del regno satanico, i tre spiriti immondi (del dragone, della bestia e del falso profeta), cioè di Satana, dell’uomo che riceverà regno, potenza e autorità e dell’anticristo, che opererà falsi miracoli e prodigi, andranno dagli abitanti e dai re di tutto il mondo, facendo prodigi per sedurli e condurli alla grande guerra contro Gesù.
Contemporaneamente nei cieli avranno luogo le nozze dell’Agnello con la sua Sposa (Ap.19:8). Dopo la grande guerra e la morte degli empi, tutti i regni della terra passeranno nelle mani di Dio Padre, l’Onnipotente (1Cor.15:24), che inizierà a regnare, sottoponendo ogni cosa al Figlio, come profetizzato: “…aspettando ormai soltanto che i suoi nemici siano posti come sgabello dei suoi piedi” (Ebr.10:13). Infatti, Davide profetizzò che: “Il Signore ha detto al mio Signore: -Siedi alla mia destra, finché io abbia fatto dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi-” (Mrc.12:36; At.2:35).
Prima della guerra di Armagheddon, ci saranno quindi le nozze; alla sposa, ossia ai suoi eletti e fedeli (Ap.17:14), la Chiesa, “…le sarà dato di essere vestita di lino finissimo, puro e risplendente, poiché il lino finissimo sono le opere giuste dei santi” (Ap.19.8), perché gli angeli di Dio, creati santi, sono solo spiriti servitori, messaggeri e non hanno perciò opere. La Chiesa, salvata per aver creduto e per aver avuto fede nel Signore Gesù, apparirà nel cielo insieme a Lui, come confermato: “Quando Cristo che è la nostra vita apparirà, allora anche voi apparirete con lui in gloria” (Col.3:4).
Ricordiamo che la Chiesa o Sposa di Cristo sarà riconoscibile dai suoi vestiti, di lino finissimo, bianco e puro (Ap.19:8-14), che le sarà dato di indossare alle nozze e che porterà anche dopo, quando si presenterà come esercito al seguito del suo Capo, Gesù, il Fedele e il Verace, alla guerra di Armagheddon per distruggere tutti gli empi e gli uccelli del cielo si ciberanno delle loro carni (Ap.19:11-18; Ez.39:4-17). Come l’apostolo e profeta ha spiegato, il lino finissimo sono le opere dei santi.
Come infatti è dichiarato, alla chiusura dei 1260 giorni del dominio satanico (grande tribolazione), Gesù uscirà nuovamente sopra un cavallo bianco per vincere (Ap.6:1-2), guerreggiare e giudicare con giustizia nella guerra di Armagheddon, seguito dalla sua Chiesa (Sposa). Infatti, i fedeli seguiranno Gesù Cristo ovunque Egli vada, com’è indicato: ”Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano su cavalli bianchi, vestiti di lino finissimo, bianco e puro” (Ap.19:14: 19:7,8). Gli eserciti sono costituiti dagli eletti e dai fedeli appartenenti alla Chiesa, che sarà già stata rapita in cielo, ossia raccolta quando Gesù aprirà il primo sigillo (Ap.6:2).
Il salmista profetizza quando la Chiesa di Gesù sarà rapita, all’apertura del primo sigillo e come seguirà Gesù nella guerra, quando apparirà nel cielo sopra un cavallo bianco (segno di vittoria) per compiere la vendetta su tutti i popoli nella valle di Giosafat (Gioele 3): “Esultino i fedeli nella gloria, sorgano lieti dai loro giacigli. Le lodi di Dio sulla loro bocca e la spada a due tagli nelle loro mani, per compiere la vendetta tra i popoli, e punire le genti; per stringere in catene i loro capi, i loro nobili in ceppi di ferro; per eseguire su di essi il giudizio già scritto: questa è la gloria per tutti i suoi fedeli. Alleluia” (Sal.149:5-9; Ap.19:11-21).
Tutto quello che avverrà nel giorno dell’ira di Dio è stato scritto (Ez.38:4-21; 39:17-19; Is.34:2; Ger.7:32-19:6). La morte degli empi, cioè la morte di quelli che hanno creduto alla menzogna del loro seduttore, è indicata in similitudine come vendemmia (Ap.14:14-20) ed avverrà nella valle di Giosafat “Si destino e salgano le nazioni alla valle di Giosafat, perché là io siederò a giudicare tutte le nazioni d’intorno” (Gioele 3:12); questo avvenimento è indicato come il giorno dell’Eterno o dell’ira di Dio: “Il giorno dell’Eterno non è forse tenebre e non luce, molto tenebroso e senza alcun splendore?” (Amos 5:20).
Dio ha dato l’autorità di giudicare a Gesù: “Poiché egli ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo di quell’uomo che egli ha stabilito; e ne ha dato prova a tutti, risuscitandolo dai morti” (At.17:31; Gv.5:27; Rom.2:16). Questo giudizio si realizzerà nella guerra, indicata anche come battaglia di Armagheddon (Ap.16:16), valle del Massacro (Ger.7:32) oppure Valle delle Visioni (Is.22:5), che accadrà fuori da Gerusalemme. Tutti gli empi saranno uccisi con la spada, in modo che il loro sangue scorra: “Il tino fu pigiato fuori della città e dal tino uscì tanto sangue, che giungeva sino alle briglie dei cavalli, per una distanza di milleseicento stadi” (Ap.14:20; 14:18). Il profeta Isaia a proposito rivela: “Io li ho calcati nella mia ira, li ho calpestati nel mio furore; il loro sangue è spruzzato sulle mie vesti, e ho macchiato tutti i miei abiti” (Is.63:3), “Poiché è il giorno della vendetta dell’Eterno, l’anno della retribuzione per la causa di Sion” (Is.34:8).
I santi fedeli sono quindi gli eserciti, che saranno con Gesù, quando apparirà nella gloria della sua potenza: “Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nuvola con potenza e grande gloria” (Lc.21:27). Quando Gesù comparirà nel cielo per fare vendetta su tutte le nazioni, le tribù d’Israele lo vedranno e faranno cordoglio per Lui, come il profeta Zaccaria rivela: “Riverserò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme lo Spirito di grazia e di supplicazione; ed essi guarderanno a me, a colui che hanno trafitto; faranno quindi cordoglio per lui, come si fa cordoglio per un figlio unico, e saranno grandemente addolorati per lui, come si è grandemente addolorati per un primogenito” (Zac.12:10). Sono ovviamente compresi anche quelli che lo hanno trafitto, cioè la tribù di Giuda con Gerusalemme, perché lo riconosceranno come Figlio di Dio, il primogenito dai morti, ovvero colui che è risorto per primo (At.26:23) ed essi faranno cordoglio (Ap.1:7).
Le settanta settimane.
“Settanta settimane sono stabilite per il tuo popolo e per la santa città, per far cessare la trasgressione, per mettere fine ai peccati, per espiare l’iniquità, per far venire una giustizia eterna, per sigillare visione e profezia e per ungere il luogo santissimo. Sappi perciò e intendi che da quando è uscito l’ordine di restaurare e ricostruire Gerusalemme fino al Messia, il principe, vi saranno sette settimane e altre sessantadue settimane; essa sarà nuovamente ricostruita con piazza e fossato, ma in tempi angosciosi” (Dan.9:24,25).
Come profeticamente indicato, di queste 70 settimane:
7 sono passate dall’editto del re Ciro, re di Persia, fino alla venuta del Messia; le altre 62 settimane sono state di esilio, iniziate alla distruzione del tempio di Dio in Gerusalemme, avvenuta nel 70 d.C. e terminate, per il popolo di Dio, quando la terra santa è stata riconosciuta dall’ONU ed assegnata nuovamente agli Ebrei nel 1948, come nazione di Israele.
La restante ultima e settantesima settimana inizierà subito dopo la chiusura del periodo della Grazia e terminerà prima del millennio. Questo intervallo di tempo, tra la fine delle 69 (7+62) settimane e l’inizio della 70°, è quello attuale. La sua durata la possiamo desumere approssimativamente prendendo in esame la pausa tra la nascita del Messia e la distruzione del tempio di Gerusalemme, non rivelata dall’angelo a Daniele, la cui profezia riguarda esclusivamente Israele, come evidenziato “…per il tuo popolo”. Nella profezia quindi sono ignorati circa 70 anni, dalla nascita di Gesù all’inizio dell’esilio, che dobbiamo conteggiarli dal rientro degli ebrei in terra santa fino all’inizio degli ultimi sette anni (una settimana).
Tra poco Israele entrerà nell’ultima settimana, (la settantesima) che sarà composta di soli sette anni, divisa in due metà di tre anni e mezzo ciascuna. All’inizio dei primi tre anni e mezzo (1260 giorni), Gesù chiuderà il periodo della Grazia e aprirà i sette sigilli, che rappresentano tutto il periodo della dispensazione della Grazia. Ogni sigillo corrisponde quindi ad un periodo significativo di quella singola Chiesa (es. il primo sigillo coincide con la prima chiesa, ecc., vedi le lettere alle sette chiese dell’Asia, nell’Apocalisse). Sempre nei primi tre anni e mezzo avverrà una guerra del nord contro il sud (Dan.11:13-19), incluso Israele.
“Ed esso (il re del nord) confermerà il patto a molti in una settimana (sette anni); e nella metà della settimana (tre anni e mezzo) farà cessare il sacrificio, e l’offerta; poi verrà il devastatore (l’uomo spregevole, del peccato, l’iniquo, il figlio della perdizione (Dan.9:21; 2Tes.2:3) sopra le ali abominevoli; e fino alla finale e determinata perdizione, quell’inondazione sarà versata sopra il popolo desolato” (Dan.9:27). Gesù predice: “Quando dunque avrete visto l’abominazione della desolazione, predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo (chi legge intenda)…” (Mt.24:15). L’abominazione della desolazione è quando l’uomo iniquo, il figlio del peccato farà costruire il suo palazzo sul monte di Dio, cioè il monte Sion (Dan.11:45), che è nella città del gran RE (Sal.48:29). Durante questo periodo, tutta la chiesa di Cristo, salvata per Grazia, sarà già con Gesù, aspettando le nozze dell’Agnello (Gesù) con la Sua sposa, che avverranno prima della guerra di Armagheddon (Ap.19:5-9-14).
Non essere anche tu tra quelli che parteciperanno a questa battaglia, perché non ci sarà scampo per nessuno. Accetta quindi il dono della Grazia e della salvezza in Gesù, ora. Non aspettare, perché potrebbe essere troppo tardi. Tieni presente che Gesù chiuderà fra breve il tempo della Grazia e se non ti ravvedessi, ne resteresti fuori, come Gesù dichiara: “Una volta che il padrone di casa si è alzato ed ha chiuso la porta, voi allora, stando di fuori, comincerete a bussare alla porta dicendo: -Signore, Signore, aprici-. Ma egli, rispondendo, vi dirà: -Io non so da dove venite-… via da me voi tutti operatori d’iniquità. Lì sarà pianto e stridor di denti “ (Lc.13:25,27,28). Riconoscilo e credi anche tu in Gesù, il Figlio di Dio, mandato per la nostra giustificazione e redenzione, e sarai con Lui per l’eternità, seguendolo sempre.