“Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete, come crederete se vi parlerò delle cose celesti?” (Gv.3:12).
Gesù parlava al popolo in parabole, spiegando con esempi di cose terrene per presentare ai Giudei il regno di Dio, ma essi non capivano e perciò non credevano. Così Gesù era dispiaciuto, perché non credevano alle sue parole semplici, di uso comune, per rappresentare le cose celesti, che non conoscevano.
Ancora oggi, accade la stessa cosa, perché pochi comprendono le parabole, che Gesù esponeva al popolo. Egli “ …senza parabole non diceva loro nulla,… Per questo parlo loro in parabole, perché, vedendo, non vedono; e udendo, non odono né comprendono” (Mt.13:13-34).
Gesù presentava ai Giudei, sempre in parabola, verità che da sempre erano rimaste nascoste, come il profeta e salmista Asaf rivelo di Gesù: “Aprirò in parabole la mia bocca; proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo” (Mt.13:35). Infatti, i Giudei: sacerdoti, scribi, farisei e sadducei videro e ascoltavano Gesù, ma senza poter comprendere, perché i loro occhi erano velati dall’incredulità.
Anche quando Gesù faceva miracoli, molto evidenti, essi rimanevano increduli, perché per loro violava il sabato e la legge e il loro cuore si induriva sempre più fino a volerlo uccidere.
Gesù guarì un cieco dalla nascita e, nonostante la sua testimonianza ed evidenza, i farisei rimasero increduli, tanto che chiesero ai suoi genitori se veramente il loro figlio era nato cieco. Chiesero poi al cieco se chi lo aveva guarito era un peccatore, per aver violato il sabato, ma Egli ripose loro: “Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo” (v.25).
L’incredulità dei farisei era così grande, che non riuscirono a riconoscere il loro Salvatore, pur dichiarandosi discepoli di Mosè e conoscendo la Legge, “Mosè infatti disse: Il Signore vostro Dio vi farà sorgere un profeta come me in mezzo ai vostri fratelli; voi lo ascolterete in tutto quello che egli vi dirà. E chiunque non ascolterà quel profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo” (Atti 3:22,23).
Gesù incontrò poi il cieco, che aveva guarito e gli chiese: “-Tu credi nel Figlio di Dio?-. Egli rispose: -E chi è, Signore, perché io creda in lui?-. Gli disse Gesù: -Tu l’hai visto: colui che parla con te è proprio lui-. Ed egli disse: -Io credo, Signore!-. E gli si prostrò innanzi” (Gv.9.35-38).
Gesù amava coloro che il Padre gli aveva dato. Infatti, disse al Padre: “Di quelli che tu mi hai dati, non ne ho perduto nessuno” (Gv.18:9, 6:39; 17:12).
I Giudei non vollero però che Gesù regnasse su di loro, perciò si opposero a Pilato, che aveva scritto sulla croce in più lingue “GESÙ IL NAZARENO, IL RE DEI GIUDEI” (Gv.19:19), “…Perciò i capi dei sacerdoti dei Giudei dicevano a Pilato: -Non lasciare scritto: “Il re dei Giudei”; ma che egli ha detto: -Io sono il re dei Giudei-” (Gv.19:21).
Chiunque nega che Gesù è il Figlio di Dio, stabilito dal Padre come Re dei re (1Tmt.6:15; Ap.17:14) ed anche Re d’Israele (Gv.1:49; 12:13) non entrerà nel regno di Dio, “…perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio… Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Gv.3:31-36).
Gesù disse ai farisei presenti: “-Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi-. Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: -Siamo forse ciechi anche noi?-. Gesù rispose loro: -Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: -Noi vediamo-, il vostro peccato rimane” (Gv.9:39-41).
Quanti oggi si ritengono cristiani, ma predicano menzogne tratte dalla dottrina della chiesa cattolica, senza voler credere al Cristo, il figlio di Dio. Rinnegano non solo Cristo Gesù, ma anche Dio stesso, che ha dato testimonianza del Figlio ai suoi apostoli (2Ptr.1:18). Infatti, “Dio lo ha fatto; mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne” (Rom.8:3).
Gesù quindi rispose e disse loro: “In verità, in verità vi dico che il Figlio non può da se stesso fare cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre; perché le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa ugualmente” (Gv.5:19).