“Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo diventato maledizione per noi, poiché sta scritto: -Maledetto chiunque è appeso al legno” (Gal.3:13).
La chiesa apostata è idolatra e ha istituito propri principi e statuti, che gli adepti sono tenuti ad osservare, pena l’espulsione, perché non ha mai conosciuto Cristo Gesù e di conseguenza nemmeno Dio. Molti sono coloro che si definiscono cristiani, ma continuano ad adottare tutte le eresie della chiesa apostata (Babilonia). Come fu per la chiesa cattolica, quando all’inizio accolse tutte le abominazioni pagane, usandole nei riti per non perdere nuovi fedeli, così hanno fatto i protestanti, che si reputano essere convertiti, ma poi hanno aderito al concetto dell’ecumenismo, unendosi ad altri cristiani di altre confessioni e favorendo il dialogo interreligioso con diversi movimenti, che le profezie indicano in similitudine come Babilonia. Molti sono quelli che ne restano influenzati, contaminandosi.
Ad esempio, il simbolo della croce, che il papa e tutti i suoi ministri e servitori portano, come pure tutti quelli che hanno sedotto, è divenuto per i cattolici un segno del cristianesimo, che anche alcuni evangelici usano, mentre altri lo hanno sostituito con la figura di un pesce. E’ un segno distintivo esterno per dimostrare di appartenere o professare una fede, quando il segno che conta è invece quello interiore, nel cuore, nel comportamento, nel vivere secondo i comandamenti, nell’essere fedele al Signore e Salvatore, come indicato per un giudeo: “Infatti il Giudeo non è colui che appare tale all’esterno, e la circoncisione non è quella visibile nella carne; ma Giudeo è colui che lo è interiormente, e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito, e non nella lettera; e d’un tal Giudeo la lode non proviene dagli uomini, ma da Dio” (Rom.2:28,29).
Viene da chiedersi perché molte comunità e denominazioni evangeliche cristiane adottano gli stessi simboli e dogmi cattolici?
Sarà forse per non distinguersi ed apparire uguali a loro o per convenienza. A tale proposito Gesù indicò come riconoscere il falso dal vero, dalle opere o frutti, perché: “Ogni albero infatti lo si riconosce dal proprio frutto, perché non si raccolgono fichi dalle spine e non si vendemmia uva da un rovo” (Lc.6:44) e anche che “Se prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono; se prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l’albero” (Mt.12:33), così anche per gli uomini: “L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore” (Lc.6:45). Noi dobbiamo essere simili a Cristo Gesù, perciò camminiamo come Egli camminò, perché: “Chi dice di dimorare in lui, deve camminare anch’egli come camminò lui” (1Gv.2:6).
Nella maggior parte degli edifici di culto evangelico è presente quindi una croce affissa alla parete, ben visibile, addirittura dietro il pulpito, quando Dio ha dato un severo comandamento ad Israele e a tutti i credenti fra tutte le nazioni fino alla fine dei tempi: “Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano” (Es.20:4,5).
Tutti i simboli, immagini, sculture, figure e qualsiasi idolo è vietato farne uso (1Cor.10:7) quando diventa un mezzo di venerazione.
Gesù fu mandato da Dio, affinché compisse l’opera che aveva stabilito prima della fondazione del mondo (Gv.8:29). Egli, come servo ubbidiente: “…Trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce. Svuotò se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini” (Fil. 2:7,8).
Nella Legge chiunque moriva su una croce era maledetto: “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo diventato maledizione per noi (poiché sta scritto: -Maledetto chiunque è appeso al legno-)” (Gal.3:13), perciò Gesù, andando a morire su una croce, si caricò dei nostri peccati e divenne maledetto per dare vita ai molti, che avrebbero creduto in Lui. Durante la sua agonia, Gesù fu abbandonato da Dio, perché Egli si era caricato dei nostri peccati. Il re e profeta Davide rivelò quanto doveva avvenire a Cristo Gesù: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Te ne stai lontano, senza soccorrermi, senza dare ascolto alle parole del mio gemito!” (Sal.22:1) e così avvenne: “Gesù gridò a gran voce: -Elì, Elì, lamà sabactàni?-, cioè: –Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?-“ (Mt.27:46). Alla sua morte, Gesù fu giustificato da Dio nello spirito (1Tmt.3:16), risuscitò e si mostrò ai suoi discepoli: “…dopo aver loro parlato, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio” (Mrc.16:19).
La croce quindi è il simbolo della maledizione del peccato posta su Cristo, per giustificare tutti quelli che avrebbero creduto in Lui, dall’inizio della Grazia alla fine. E’ scritto per Israele: “A voi per primi Dio, dopo aver risuscitato il suo Figlio Gesù, lo ha mandato per benedirvi, allontanando ciascuno di voi dalle sue iniquità” (At.3:26). Israele rigettò fin dal principio il Cristo, il Messia di Dio, così la Grazia passò ai gentili o ai popoli pagani, perciò oggi tu ed io abbiamo ancora tempo per ravvederci, ma presto questo periodo dei gentili terminerà e non avremo più altra possibilità.
Ritiriamoci da ogni specie di idolatria o da qualsiasi pratica corrotta, perché molti sono abituati a servirsi di cose abominevoli, come ad esempio, adoperare il simbolo della croce per esorcizzare, o altri strumenti come il rosario, per contare le preghiere, santini per intercedere, ceri votivi per chiedere la grazia o miracoli, baciare reliquie, benedizioni di case, oggetti, animali o bandiere per determinate circostanze, in occasione di feste patronali, processioni e tantissime altre opere eretiche, come la confessione, la comunione o transustanziazione, estrema unzione, preghiere ai morti e indulgenze, dietro compenso, come usava nel medioevo e condannate da Lutero.
Tutti rituali e pratiche idolatre (Es.20). Tutti questi simboli non hanno alcuna cosa di Cristo. Essi sono stati introdotti dalla chiesa cattolica romana, la grande Babilonia, quindi non seguite assolutamente le sue abominevoli usanze, ma rivestitevi della Grazia donata gratuitamente da Gesù, il grande Pastore delle pecore, dei fedeli (Ebr.13:20).
Cristo Gesù fu risuscitato da Dio, che lo ha coronato di gloria e di onore e lo ha fatto sedere alla Sua destra: “Ma vediamo coronato di gloria e d’onore per la morte che sofferse, Gesù, che è stato fatto per un po’ di tempo inferiore agli angeli, affinché per la grazia di Dio gustasse la morte per tutti” (Ebr.2:9).
Gesù non è restato su quella croce, come molti vorrebbero che sia, ma è salito nell’alto dei cieli e si è posto a sedere alla destra della Maestà, sul trono di Dio (Ap.3:21) ed è proprio lì che dobbiamo fissare il nostro sguardo: “…Tenendo gli occhi su Gesù, autore e compitore della nostra fede, il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce disprezzando il vituperio e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio” (Ebr.12:2).
Tutte le raffigurazioni di immagini di ciò che è nei cieli, sulla terra o sotterranee non devono essere accettate dai veri cristiani, intendo: “gli eletti e fedeli” (Ap.17:14). Non farti ingannare, perché tutto ciò che è Parola di Dio deve essere messa in pratica, se desideri ricevere salvezza. Se la trascuri, facendo il contrario di ciò che è scritto, anche su un sol punto, saresti considerato colpevole (Gcm.2:10), diventando disubbidiente e allora non vedrai la gloria di Dio: “…Per queste cose l’ira di Dio viene sui figli della disubbidienza” (Col.3:6).
“Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la ritroverà. Che giova infatti all’uomo, se guadagna tutto il mondo e poi perde la propria anima? O che darà l’uomo in cambio dell’anima sua?” (Mt.16:24-26). Rinunciamo a tutte le cose che il mondo ci offre per soddisfare il nostro desiderio carnale, non “portando frutti per la morte” (Rom.7:5). Il nostro spirito desidera altro, cioè la presenza dello Spirito Santo ed allora: “…Siate rivestiti del Signor Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne le sue concupiscenze” (Rom.13:14).
Dio sostenga con tante benedizioni i Suoi fedeli!
Egli “ci insegna a rinunziare all’empietà e alle mondane concupiscenze, perché viviamo nella presente età saggiamente, giustamente e piamente” (Tt.2:12);
“Così dunque, ognuno di voi che non rinunzia a tutto ciò che ha, non può essere mio discepolo” (Lc.14:33). Se diamo importanza ai desideri della carne, il nostro spirito rimane soffocato, inerte e morto, ma se invece ascoltiamo il consiglio: “Fate dunque morire le vostre membra che sono sulla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e avidità, che è idolatria” (Col.3:5), “perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se per mezzo dello Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete” (Rom.8:13).
Noi vivremo secondo lo Spirito e appaghiamo il nostro spirito, sentendo la presenza di Dio in noi. Possiamo ascoltare lo Spirito Santo, che ci consiglia e di certo: “…Io gioirò nel Signore, esulterò in Dio mio salvatore. Il Signore Dio è la mia forza, egli rende i miei piedi come quelli delle cerve e sulle alture mi fa camminare” (Abac.3:18). Conosceremo che: “I tuoi precetti sono la mia eredità per sempre; essi sono la gioia del mio cuore” (Sal.119:111).