“…L’ubbidienza vale più del sacrificio e ascoltare attentamente è meglio del grasso dei montoni” (1Sam.15:22).
L’uomo è disubbidiente per natura, peccato ereditato (Rom.5:12-14) a causa del comportamento ribelle dei nostri antichi progenitori, caduti nell’inganno del tentatore, che presentò a loro come atto innocuo e anche conveniente il trasgredire l’ordine divino, suscitandone il desiderio. Essi furono sedotti dal serpente antico, peccarono e ricevettero la condanna che Dio li aveva avvertiti (Gen.3:1-19).
Arrivò “…per mezzo del peccato la morte, così la morte si è estesa a tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato” (Rom.5:12).
Gesù è venuto per redimerci e per sostituire la nostra vecchia natura, perdonandoci dalle nostre colpe e dai peccati tramite il suo prezioso sangue versato sulla croce, rendendoci nuova vita e libertà dalla schiavitù del peccato, infatti “…a tutti quelli che l’hanno ricevuto, egli ha dato l’autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome” (Gv.1:12);
“…il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui, perché il corpo del peccato possa essere annullato, affinché noi non serviamo più al peccato. Infatti colui che è morto è libero dal peccato… Non regni quindi il peccato nel vostro corpo mortale, per ubbidirgli nelle sue concupiscenze” (Rom.6:6,7,12).
“…L’ubbidienza vale più del sacrificio e ascoltare attentamente è meglio del grasso dei montoni” (1Sam.15:22) è un ottimo e valido consiglio, seguirlo, nel senso di ascoltare e mettere in pratica tutti gli insegnamenti biblici. Prendiamo esempio da Gesù, che fece sempre la volontà del Padre, “Benché fosse Figlio, imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì” (Ebr.5:8) e “trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil.2:8).
Questo ci incoraggia ad avere sempre come obiettivo quello di far piacere al nostro Dio ed essergli graditi in ogni cosa che pensiamo, diciamo e facciamo, come il nostro Maestro e Signor Gesù ci insegnò col suo esempio, nonostante tutto quello che ci accade intorno.
Quando incontreremo soprattutto difficoltà, situazioni o problemi improvvisi, che ci fanno preoccupare e addolorare, perché impreviste e irrisolvibili, non è che dobbiamo rinunciare a ubbidire per non soffrire, evitando gli inconvenienti, ma è proprio in quelle circostanze, che Dio mette alla prova i cuori dei credenti, per verificare la loro fedeltà al Signore e alla sua Parola, perché è “Beato l’uomo che persevera nella prova, perché, essendosi reso approvato, riceverà la corona di vita, che il Signore ha promesso a coloro che l’amano” (1Gcm.1:12), per cui “Carissimi, non lasciatevi disorientare per la prova di fuoco che è in atto in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. Ma nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella manifestazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Se siete vituperati per il nome di Cristo, beati voi, poiché lo Spirito di gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi…” (1Ptr.4:12-14), quindi “Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli, poiché così hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi” (Mt.5:12).
Come nei tempi passati, Israele fu ribelle, così ancora oggi, il credente desidera compiere i desideri del proprio cuore, attraverso la concupiscenza della carne, ritenendo poca cosa quello che lo Spirito di Dio ci ha dato, ci rivela e applica alla nostra vita, come anche considerare insignificante o trascurabile quello che i profeti, Gesù e i suoi apostoli ci hanno insegnato e trasmesso con il loro esempio, affinché li imitassimo.
Molti “maestri”, filosofi, falsi dottori e teologi sono spuntati negli ultimi tempi, insegnando altre dottrine o un vangelo diverso da ciò che è scritto, senza avere conoscenza e esperienza della Parola, da parte di Dio, inducendo chi ascolta a credere alla menzogna, negando la verità, che si ha solo attraverso lo Spirito Santo.
Attenzione, quindi, che “Nessuno vi derubi del premio con un pretesto di umiltà e di culto agli angeli, fondandosi su cose che non ha visto, essendo temerariamente gonfio a motivo della sua mente carnale” (Col.2:18), ma leggete, confrontate ogni dichiarazione e investigate le Scritture e, Dio che è giusto e fedele, aprirà i vostri occhi sulla verità e così la vostra gioia sarà perfetta e completa in Cristo Gesù.
Tutti i pastori, dovrebbero aver ricevuto tale compito direttamente dal Signore (Ef.4:11), come lo è stato per l’apostolo Paolo (Gal.1:1). Inoltre è di vitale importanza possedere lo Spirito Santo per essere guidati e guidare altri nella verità e in santità. E’ indispensabile soprattutto avere conoscenza ed esperienza della Parola per poter insegnare correttamente i sani principi dottrinali, che dovrebbero prima afferrare direttamente e ricevere solo da Gesù, che consiglia di comprare da Lui dell’oro raffinato col fuoco, che è la Parola di Dio (Ap.3:18).
Infatti è fondamentale in ogni disciplina prima imparare e fare esperienza personale per poter poi insegnare bene e dimostrare realmente, mettendo in pratica con potenza ed efficacia ciò che si è imparato, capito e provato, altrimenti diventa soltanto una sterile esposizione di nozioni di cultura, senza valore pratico. L’esempio di Paolo, da imitare (1Cor.11:1; Fil.3:17), chiarisce: “la mia parola e la mia predicazione non consistettero in parole persuasive di umana sapienza, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, affinché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza degli uomini, ma sulla potenza di Dio” (Rom.2:4,5) e come suggerito “le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri” (2Tmt.2:2) e ancora ammonisce “Se uno insegna una dottrina diversa e non si attiene alle sane parole, quelle del Signore nostro Gesù Cristo e alla dottrina che è secondo pietà, è gonfio e non conosce nulla…” (1Tmt.6:3.4).
A tutti i pastori, evangelisti, dottori, ministri e chi ha qualsiasi responsabilità, che Gesù considera tiepidi, rivolge un serio ammonimento: “IO sto per vomitarti dalla mia bocca… Perché tu dici: -Io sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di nulla e non sai invece di essere disgraziato, miserabile, povero, cieco e nudo” (Ap.3:17). Oggi, molti conduttori di comunità e collaboratori, come i farisei di allora, sono guide cieche di ciechi (Mt.15:14), perché desiderano essere esaltati e magnificati dagli uomini, essere riconosciuti e stimati per la loro posizione e per il loro impegno, ma non si rendono conto che hanno frainteso la verità, alterando la santa Parola di Dio, che invece è come cercare, scavare e trovare l’oro raffinato col fuoco, mentre si sono accontentati di avere altri metalli luccicanti. Essi sono perciò diventati carnali, ossia dominati dalle passioni e concupiscenze, perché alteri, orgogliosi e pieni di se stessi, “…essendo temerariamente gonfio a motivo della sua mente carnale” (Col.2:18).
La stessa ammonizione giunse, per bocca del profeta Malachia, ai sacerdoti leviti, che è anche oggi valida per quelli che operano al servizio del Signore: “Un figlio onora il padre e un servo il suo signore. Se dunque io sono padre, dov’è il mio onore? E se sono signore, dov’è il timore di me?-, dice l’Eterno degli eserciti a voi, sacerdoti, -che disprezzate il mio nome, eppure dite: -In che cosa abbiamo disprezzato il tuo nome?-. Voi offrite sul mio altare cibo contaminato, eppure dite: -In che cosa ti abbiamo contaminato?-…” (Mal.1:6,7).
Ritorniamo quindi all’umiltà, all’ubbidienza e al timore di Dio, perché presto dobbiamo rendere conto di tutte le nostre parole ed opere nel bene e nel male (Ap.22:12). Gesù presto raccoglierà a sé la sua Chiesa pronta, santa ed irreprensibile, per cui se volessimo anche noi sentire la sua voce e lo squillo di richiamo e ricevere il suo premio, dovremmo vegliare, pregare e mettere in pratica la sua Parola, camminando in santità. Ogni volta che siamo attratti dal mondo, ripetiamoci: -Io sono santificato, appartengo a Cristo e non al mondo; voglio che Cristo viva in me e io in Lui-.
Chiediamo umilmente il suo aiuto: “Infatti, poiché egli stesso ha sofferto quando è stato tentato, può venire in aiuto di coloro che sono tentati” (Ebr.2:18). Non avere fiducia nell’uomo, ma confida in Dio e nelle sue promesse, perché Egli è fedele.
“Non sapete voi che a chiunque vi offriate come servi per ubbidirgli, siete servi di colui al quale ubbidite, o del peccato per la morte, o dell’ubbidienza per la giustizia. Ora sia ringraziato Dio, perché eravate schiavi del peccato, ma avete ubbidito di cuore a quel modello di dottrina che vi è stato trasmesso” (Rom.6:16,17).